Recensione Skate 2

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FDM00
view post Posted on 22/6/2010, 10:07




Considerando l’effetto esplosivo causato allo stantìo mercato dei simulatori di skateboard dall’uscita di Skate, il compito nuovamente affidato da Electronic Arts ai ragazzi Black Box può essere candidamente visto come una delle più grandi sfide di questa generazione videoludica.

Qualsiasi cultore di giochi dedicati alla tavola a quattro ruote che si rispetti conosce a menadito la storia della serie di Tony Hawk e sa altrettanto bene che il suo declino è dovuto quasi esclusivamente alla mancanza di sperimentazione su un prodotto ritenuto commercialmente e tecnicamente invincibile dai suoi creatori: la chiave del successo del primo Skate sta anche nell’accanimento conservatore di Activision e Neversoft, che ha permesso di offrire su un piatto d’argento tutta quella pletora di novità stilistiche e tecniche attese da anni dagli appassionati. E ora?

Adesso che gli studi Black Box hanno compiuto in pieno la missione affidata da EA, cosa ha spinto la multinazionale americana ad affidare il seguito di un gioco vincente perchè originale, agli stessi sviluppatori che poco più di un anno fa hanno praticamente dato fondo alla loro immaginazione pur di scavalcare emotivamente e storicamente la serie di Tony Hawk?

La stragrande maggioranza degli addetti al settore e degli appassionati ha da sempre nutrito dei dubbi su questa scelta, considerandola come uno sbaglio allo stesso modo di quanto può essere stata sbagliata la scelta di Activision nell’affidare sempre a Neversoft il compito di produrre i vari titoli legati al brand di Tony Hawk.

Alla luce di quanto avrete modo di leggere tra poco sulla giocabilità di Skate 2, possiamo affermare che EA vedrà ben presto premiato dal pubblico questo guizzo di folle originalità aziendale.


NON CHIAMATEMI SKATE 2, MA GRAND TRICK SKATEBOARD II

Sia tra chi ha avuto modo di provare saltuariamente il primo Skate, sia tra chi ne ha letteralmente squagliato il disco di gioco, sarà difficile trovare persone in grado di definire Skate 2 una “espansione” o tantomeno una “edizione annuale” (alla Pes o alla Fifa, per intenderci) dopo averlo provato anche solo per un paio di giorni: pur se l’impianto di gioco rimane pressochè invariato rispetto a quanto visto nel primo capitolo, le differenze tra gli stilemi e le caratteristiche tra il predecessore ed il seguito sono incalcolabili e spaziano dalle macro-modifiche strutturali ai mini-dettagli.

Il rivoluzionario sistema di controllo a doppio analogico, che tanto ha contribuito nel successo del capostipite della serie, si evolve al punto tale da regalare esperienze sempre nuove ed evitando di far scivolare nella banalità i movimenti automatici che gli esperti skater del primo capitolo hanno imparato a memoria, anche perchè questi ultimi dovranno per forza di cose abbandonare ben presto le loro convinzioni.

Anche i più grandi campioni di Skate dovranno rimettersi in gioco in Skate 2 se vorranno carpirne l’essenza: se prima infatti bastava una grande dose di esperienza per dominare qualsiasi angolo, ringhiera o sporgenza della città, adesso il livello di sfida viene elevato all’ennesima potenza grazie alla differenziazione dell’offerta data dalla nuova giocabilità.

La città è stata riprogettata da zero, ed ora anche se sembra più piccola in estensione presenta centinaia di anfratti, parcheggi a più livelli, o stradine secondarie rispetto al passato, percorribili in lungo e in largo anche a piedi, potendo infatti scendere dal proprio skateboard per salire ripide scalinate o per spostare a proprio piacimento rampe mobili, ringhiere e quant’altro sia utile per eseguire qualsiasi trick (disponibili in una quantità esattamente doppia rispetto al primo episodio della saga).

Degna di nota è anche la famigerata “Hall of Meat”, una sorta di sfida perenne connaturata nella campagna in singolo che ci permetterà di ottenere un punteggio tanto alto quanto è il danno che procuriamo al nostro skater (totalmente customizzabile sia nell’aspetto che nel vestiario); gettarsi a cannone da un parcheggio sopraelevato e contare il numero e la posizione esatta delle ossa fracassate non è mai stato così esilarante (a patto che non lavoriate come pupazzi per i crash-test di QuattroRuote)!

La componente multigiocatore supporta massicciamente sia il nuovo sistema di “editor interno” con cui creare proprie piste ciclabili attraverso i componenti semovibili, sia una ricerca dei giocatori “alla Burnout Paradise”, in cui è possibile accedere alle varie sfide online direttamente dal menù interno della campagna in singolo.


PLAYSTATION 3 - XBOX 360: LE DIFFERENZE

Il titolo Black Box, rispetto a quanto sperimentato nel capitolo precedente, risente in modo leggermente minore della differenza tra gli stick analogici dei controller Xbox 360 e PlayStation 3, anche se in ultima analisi la maneggevolezza garantita dal pad Microsoft dona una sensazione decisamente più simulativa.

In attesa di patch che aiuteranno certamente a risolvere questo fastidioso problema, entrambe le versione soffrono di un leggero calo di framerate in presenza di molti oggetti a schermo e durante il caricamento in streaming attivo delle varie zone della città, così come la pesantezza del sistema d’illuminazione penalizza l’esecuzione di taluni trick complessi nelle aree centrali della cittadina: consigliamo vivamente ai possessori della versione Xbox 360 di ovviare temporaneamente al problema installando il gioco su disco rigido.


GRAFICA E SONORO

Rispetto a quanto visto nel primo episodio, il comparto tecnico di Skate 2 rappresenta la giusta evoluzione che deve avere il motore grafico di un titolo commercializzato durante la parte finale del 2007. Ciò che stupisce maggiormente non è il mondo di gioco in sè, ma la cura certosina nel rendere realistici o comunque verosimili anche i minimi dettagli: le animazioni degli skater sono quanto di meglio è possibile trovare in una simulazione sportiva, così come la reazione degli stessi all’ambiente che li circonda fa quasi gridare al miracolo ed avvicina il simulatore Black Box a sua maestà Grand Theft Auto IV, sia per la profonda componente “free roaming” di Skate 2 e sia per il senso di immersione che è possibile percepire.

Dal punto di vista sonoro, la cura maniacale nella scelta della scaletta delle canzoni in Skate è la medesima che permea la seconda incarnazione del nuovo re dei simulatori di skateboard: la spinta adrenalinica dei Dragonforce o la follia lucida di Lemmy e dei Motorhead danno la giusta carica che dovrebbe avere un gioco estremo dedicato ad uno sport estremo (repetita iuvant).

COMMENTO FINALE

Il Grand Theft Auto dei giochi di skateboard. È l’unica cosa che ci viene in mente per descrivere in meno di dieci parole “l’ultimo canto del cigno” Black Box, sciolti da Electronic Arts subito dopo aver concluso i lavori su Skate 2. Le preoccupazioni iniziali sulla scelta della Scatola Nera svaniscono come rugiada primaverile al cospetto di quest’ennesimo capolavoro stilistico e di programmazione in grado di elevare qualitativamente un prodotto di per sè rivoluzionario.

Pur non avendo avuto la possibilità di descrivervi le altre innumerevoli novità che ne caratterizzano la giocabilità, Skate 2 va ben oltre la somma algebrica dei vari fattori che hanno contribuito allo sviluppo di questo seguito e dimostrano quanto sia importante investire su brand e idee nuove per regalare ai videogiocatori qualcosa che avrebbero voluto provare da sempre ma che non hanno mai avuto modo di capire appieno.

Per questi semplici motivi, speriamo che gli altri sviluppatori prendano ad esempio il coraggio dei ragazzi Black Box ed investano nelle idee innovatrici, esattamente come speriamo che il pubblico premi Skate 2 investendo sui suoi creatori e sul proprio divertimento, garantito da un prodotto solido, variegato e longevo come pochi sulla piazza.

A Cura Di : FDM00
 
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