Recensione Assassin's Creed

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JcK69
view post Posted on 31/12/2008, 21:02




Assassin's Creed
Pochi ma buoni
Un plauso ai PR Ubisoft per l’organizzazione dell’evento: Assassin’s Creed, fin dalla prima immagine mostrata l’anno scorso, è uno dei titoli third party più attesi per questo fine 2007, logico che la presentazione ufficiale alla stampa specializzata avrebbe potuto trasformarsi in un marasma infernale. Invece tutto si è svolto in maniera ordinata e tranquilla, dato che il numeroso gruppo di giornalisti invitati per l’occasione è stato diviso in gruppi e scaglionato in orari differenti.
Ottima scelta: nell’intimità di un accogliente bar di Milano, abbiamo potuto provare il gioco per una buona mezz'ora, seduti comodamente intorno ad un tavolo circolare, con al massimo una mezza dozzina di colleghi, e lo sguardo rivolto verso un enorme televisore al plasma 42 pollici, mentre l’entusiasta sviluppatore del titolo Patrice Desilets “giocava” per noi, illustrandoci gran parte delle dinamiche di gioco.

Futuro Remoto
Il gioco Ubisoft è ambientato durante il periodo delle crociate; il misterioso ed atletico protagonista Altair sembra conoscere tante, troppe cose di quel periodo storico (si tratta forse di un viaggiatore del tempo? Ai giocatori serviranno circa i primi 30 secondi di gioco per avere le idee chiare in merito…). Altair viaggia da una città all’altra per sterminare personaggi scomodi dell’epoca, le missioni con relativi omicidi vengono decise da un altrettanto oscuro personaggio che dimora all’interno di un convento; questa è la trama intrigante e volutamente nebulosa che accoglie il giocatore fin dalle prime battute di gioco.

G.T.Assanins
Noi videogiocatori, in teoria più di altri, siamo dotati di fantasia. Per farvi un'idea delle meccaniche di gioco di Assasin’s Creed provate ad immaginare un incredibile mix del gameplay di questi tre titoli: Hitman, Crackdown e GTA, quello che otterrete risulterà parecchio simile a quello che offre Assasin’s Creed.
Abbiamo un assassino misterioso che deve compiere degli omicidi, ha dei bersagli prestabiliti e deve ucciderli facendo meno chiasso possibile (Hitman), può scalare praticamente ogni palazzo presente nell’area di gioco o appendersi ad ogni sporgenza (Crackdown) e, cosa più importante, per il conseguimento della sua missione può adottare l’approccio che più gli pare (ecco spuntare GTA): dal più casinaro e rumoroso (sconsigliato) a quello più letale e silenzioso, magari sfruttando abilmente la presenza della folla presente nell’ambiente, che agisce come un vero e proprio personaggio vivo e pensate.
Altair può farsi largo fra le decine di personaggi poligonali che danno vita alla strade di Gerusalemme o Damasco in maniera brutale spintonando tutti, e questi, magari durante una fuga, possono intralciarlo facendolo cadere o rallentando la sua corsa. I personaggi non giocanti quindi svolgono un ruolo attivo nella logica del gameplay omicida: il protagonista potrà anche eventualmente scegliere di mantenere un profilo basso e, dopo un omicidio, di nascondersi dalla vista del nemico confondendosi tra la gente che anima le antiche strade delle città.

L’arte dell’omicidio>
Il protagonista, oltre a possedere delle incredibili doti atletiche che gli permettono di saltare da un palazzo all’altro e di compiere incredibili acrobazie aeree, è una letale macchina di morte.
Quando c’è da ammazzare non si risparmia e fondamentalmente ci sono due modi per farlo: in maniera stealth e silenziosa o durante un combattimento a viso aperto con più nemici.
Nel primo caso il gioco prende in prestito le dinamiche di gioco dei titoli stealth e permette di uccidere una ad una guardie e nemici sospettosi che intralciano il nostro cammino verso l’obiettivo. Altair possiede una stilossima lama a scomparsa installata nel polso destro, parecchio utile per far fuori i nemici alle spalle, ma non solo: gli sventurati, se stazionano in prossimità di una sporgenza, possono essere spinti e fatti cadere da notevoli altezze o freddati dalla distanza col lancio preciso di un coltello.
Tutt’altro discorso quando si combatte sul serio, e di solito si è sempre accerchiati da più nemici, in questo caso Altair può rivolgere la propria attenzione ad un soldato per volta, e tramite un semplice ma efficace sistema di colpi, parate e counter, può uccidere i propri antagonisti in maniera alquanto feroce e spettacolare: nelle mani di un giocatore esperto i combattimenti di Assasin’s Creed risultano altamente coreografici, oltre che parecchio sanguinosi, una morte di una sventurata guardia in particolare ci ha ricordato più una fatality che un esecuzione. Lo sviluppatore Patrice afferma che ci sono circa una cinquanta di mosse differenti per finire l’avversario durante un combattimento, ottimo per dare varietà e donare un certo spessore al tutto.

The Easy Way
La buona notizia è che il gioco è estremamente semplice ed intuitivo: bastano pochi minuti e una manciata di tasti per padroneggiare le varie abilità atletiche ed omicide del protagonista Altair, a tutto beneficio del divertimento.
Tecnicamente il gioco ha mostrato delle buone cose ad altre meno buone: grande cura per i dettagli, uno scenario di gioco davvero immersivo e curato fin nei minimi particolari, a questo proposito come non citare la minuziosa ricostruzione storica di quel periodo messa in scena grazie ad un robusto motore grafico, incostante nel frame-rate e in qualche occasionale compenetrazione poligonale, ma estremamente dettagliato per quanto riguarda il design dei personaggi e delle ambientazioni.
L’AI nemica sembrava basica ma piuttosto reattiva: basta spintonare una volta di troppo dei civili per le strade o appendersi ad una sporgenza visti da una guardia per attirare subito l’attenzione nemica, per fortuna esistono dei nascondigli (un carro pieno di fieno, un pertugio sui tetti) che permettono, dopo qualche istante, di riportare lo stato di allarme delle guardie alla condizione normale.
Un plauso al doppiaggio in italiano, davvero una delle cose migliori mai sentite in un videogioco, il protagonista in particolare ha una voce realmente azzeccata ed ispirata, fossero tutti realizzati con questa cura i doppiaggi dei giochi…
Quindi grande atmosfera, un comparto tecnico adeguato e proporzionale alle aspettative di questo grosso titolo e una giocabilità aperta, discrezionale e relativamente semplice e appagante.
Non manca nulla vero?
Ah, quasi dimenticavo, la longevità, che secondo le parole del game designer francese si attesterebbe intorno alle 20 ore di gioco, più o meno.
 
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