[recensione]Red Steel

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stefyga96
view post Posted on 1/1/2009, 08:45




Il primo titolo per Wii

Red Steel ha avuto l’ “onore” di essere il primo vero gioco ufficializzato per il nostro amato Wii. Indimenticabile è il filmato che ritrae un fortunato videogiocatore intento al primo assaggio di questo titolo, tra sparatorie sanguinose e sensazionali duelli con la katana. Proprio questi ultimi sono stati forse il cavallo di battaglia di Red Steel, visto che l’idea di impugnare un’antica spada giapponese avrà fatto andare in fibrillazione non pochi giocatori di vecchia data, senza contare i casual gamers. Ma se da una parte Ubisoft, con la sua irrefrenabile voglia di accompagnare il lancio dell’ultima console nata dalla Nintendo, sfornò titoli non certo eccelsi (vedi il pessimo Monster 4X4, oppure il non certo eclatante Rayman Raving Rabbids) dall’altro questo Red Steel si è rivelato un buon titolo. Vediamo più nel dettaglio.

Vendetta

Los Angeles: una guardia del corpo (cioè voi) e la giovane donna che deve proteggere, che tra l’altro è la sua fidanzata, stanno per dichiarare il loro matrimonio al padre di lei, una potente e importante pedina della Yakuza, la mafia giapponese.
Un incontro amichevole che però si trasforma nell’inizio di un incubo: in un attimo scoppia il finimondo. Una gang rivale irrompe nel palazzo, e comincia una tremenda sparatoria che porta al ferimento del boss stesso. La vostra fidanzata nel mentre viene rapita, e voi avete poco tempo per prendere in mano un’arma e buttarvi nella mischia. Una trama che inizia molto semplicemente ma che nel procedere del gioco offrirà spunti interessanti e diverrà sempre più intricata con il passare delle missioni. La prima arma che verrà in vostro possesso non potrà che essere una semplice pistola: un’arma piuttosto debole, utile solo nelle prime fasi di gioco e contro i nemici più deboli. Già dai primi momenti si capiscono le potenzialità che ha l’accoppiata wiimote-nunchuk di soppiantare la mai troppo lodata coppia mouse più tastiera nei titoli FPS. Alla levetta analogica posizionata sul Nunchuk ovviamente viene affidato il compito di muoversi, al tasto C posto dietro di saltare e a Z quello di abbassarsi. Poi il fratello minore del wiimote, se vogliamo essere sinceri, viene utilizzato in molti altri modi sfruttando l’accelerometro situato al suo interno. Nelle differenti situazioni, potrete, scuotendo il comodo secondo joypad, ribaltare dei tavoli per poi nascondersi dietro di essi, aprire le porte, ricaricare l’arma (azione effettuabile anche grazie al tasto destro della pulsantiera di comando) o addirittura lanciare delle granate (dopo averle estratte premendo in basso nella già citata pulsantiera). Quest’ultima azione risulta però non implementata nel migliore dei modi, purtroppo: infatti le granate, indipendentemente dalla forza che userete nel muovere il braccio, verranno lanciate con la stessa potenza, quindi tanto vale dare piccoli scossoni invece che esibirsi in un lancio del peso atletico. Anche se il Nunchuk vanta tutta questa miriade di azioni effettuabili, ovviamente gran parte del gioco è incentrata sul wiimote. Oltre alla ovvia funionalità di mira, esso è capace di esguire molte altre azioni. Con il grilletto B si spara, con il tasto A posto al centro si può bloccare il nemico nel mirino per non farlo sfuggire ai nostri proiettili, con la parte sinistra della pulsantiera si cambia arma e avvicinando ancora di più il telecomando allo schermo si mirerà ancora più da vicino; ed accompagnando il movimento premendo A si attiva la modalità focus. In questa speciale modalità, attivabile dopo circa due ore di gioco, potrete letteralmente fermare il tempo come un vero ninja e decidere, il più velocemente possibile, dove colpire i vari nemici: meglio sparare alla sua arma per ottenere punti rispetto oppure ammazzarlo e non pensarci più? Il gioco vi pone molto spesso di fronte a quesiti del genere: la decisione a questo punto sta a voi. Dimenticando per un attimo la questione delle sparatorie, passiamo a quello che secondo la Ubisoft doveva essere il punto forte del gioco in questione: i leggiadri duelli con la katana. Chiariamo subito un punto: questo non è affatto il pezzo forte del gioco, come invece avevano proclamato i nostri cari francesi, visto che tutti i duelli risultano estremamente ripetitivi e veramente troppo semplici per appassionare il giocatore. Prima di tutto, la nota negativa più grande e pesante: il gioco non replicherà perfettamente i nostri movimenti, utilizzando azioni già decise dal gioco. Con il nostro wiimote stretto nel pugno potremo mollare fendenti e affondi che però il gioco non ripeterà tali e quali, scegliendo quella che delle azioni precalcolate assomiglia di più il movimento. Se il wiimote rappresenta la nostra katana virtuale, il piccolo nunchuk svolge la funzione del tanto, una spada più piccola usata in funzione difensiva. In definitiva, gran parte dei vostri match saranno tutti uguali: col tanto bloccherete un tentativo d’affondo dell’avversario, facendogli così perdere l’equilibrio e potendo tartassarlo di colpi. Anche se il gioco permette di imparare molte differenti nuove tecniche con l’utilizzo dei punti rispetto, queste risultano tutte troppo simili e difficili da effettuare, visto che necessitano di accompagnare ai movimenti anche qualche pressione di tasti. Adesso, se non possedete già il gioco, vi starete giustamente chiedendo che cosa sono questi punti rispetto che continuo a idolatrare. Si tratta di semplici punti che si guadagnano in differenti situazioni, utilizzabili in seguito in molti modi. Principalmente otterrete questi risparmiando un combattente dopo un estenuante duello con la katana, ma anche facendo inginocchiare e pregare un nemico armato. Nel complesso il gioco risulta molto più curato nei combattimenti con arme da fuoco, visto che i duelli con la katana risultano ripetitivi e noiosi, utilizzati solo per lanciare il prodotto nel gruppo dei casual gamers.

In due è meglio… forse

Oltre alla modalità principale per un singolo giocatore non poteva mancare una modalità multiplayer di tutto rispetto anche se non molto profonda. Questa si limita infatti solamente al classico deathmatch, senza introdurre una possibile interessante opzione che permette di effettuare dei duelli con la katana. Essendo il personaggio controllato dalla CPU nella modalità in singolo veramente un incapace e ripetitivo, magari contro un avversario umano potrebbe risaltare un poco e salvarsi dall’essere un semplice orpello. Oltre al Deathmatch non manca una fantomatica modalità Killer, molto interessante ma che purtroppo richiede un minimo di quattro giocatori contemporaneamente. In questo sottogioco ad ognuno verrà assegnato uno specifico obiettivo da raggiungere, in quattro minuti, e al miglior killer verrà appunto data la vittoria. Una simpatica variazione sul tema, ma nulla di più.
Bisogna comunque ammettere che, anche se un poco limitata, la modalità in più giocatori diventa la summa del divertimento se a scannarsi sono quattro giocatori incavolati. Le ambientazioni di queste ultime sono solamente quattro, ma tra passaggi segreti, condotti d’ariazione, e frigoriferi giganti c’è di che sbizzarrirsi. Simpatici risultano i personaggi utilizzabili, anche se la maggior parte di loro (vedi Dinoman) non c’entrano nulla con il gioco in sé. Se volete una scusa per passare un pomeriggio con gli amici e siete stufi del solito titolo multiplayer, Red Steel vi viene in soccorso anche se non sarà mai capace di essere elevato a

Lato tecnico

Sotto il profilo grafico Red Steel non eccelle affatto ma si fa rispettare. Non è certo il massimo che può fare il Wii, ma essendo un prodotto sviluppato molto tempo addietro rispetto agli altri si può pure chiudere un occhio. I personaggi risultano difatti piuttosto “squadrati” e le diverse tipologie di nemici non sono troppo diversificate, anzi, talvolta si ripetono veramente troppe volte. Le ambientazioni sono forse la parte peggiore del gioco: limitate nella grandezza e non molto particolareggiate. Soprattutto finché siete sul suolo americano sono tutte molto scarne e “brutte” da vedere, cosa che fortunatamente cambia arrivando nei complessi di Tokyo e dintorni. Una pecca veramente fastidiosa che attanaglia tutto il gioco è la questione dei rallentamenti. Non solo nella partite multigiocatore ma anche nelle scampagnate in singolo questi sono brevi ma intensi, spezzano veramente troppo l’azione e si manifestano troppe volte per un gioco che comunque sotto il profilo grafico non chiede molto. Interessante la tecnica di disegno utilizzata nelle sigle: sembra un incrocio tra il cell-shading fumettesco e gli anime. Passando al sonoro, non ci troviamo sicuramente in una meraviglia musicale, ma le canzoni utilizzate per accompagnare il gioco sono comunque abbastanza orecchiabili e simpatiche. Pregevole risulta il doppiaggio in italiano, anche se i sottotitoli potevano essere curati meglio e tradotti in modo più apprezzabile. Anche se alla fin fine le frasi urlate dai nemici sono le stesse, fa sempre piacere interloquire (si fa per dire) con il proprio prossimo. Inutile purtroppo è lo speaker del wiimote: oltre pochi effetti supplementari che non si sentono benissimo solamente il fatto del cellulare (al quale dobbiamo rispondere muovendo il wiimote appunto) risulta azzeccato.
Nel campo longevità il gioco è su uno standard medio-alto. L’avventura è lunga, e grazie al multiplayer si può raggiungere una longevità relativamente elevata, ma una certa ripetitività delle azioni difficilmente vi farà venir voglia di completare il gioco al 100%, a meno che non amiate il genere.
Complessivamente, stiamo parlando del miglior gioco sfornato da Ubisoft in tutta l’ampia gamma di prodotti che ha attribuito al Wii, non per questo esente da sbavature ma comunque veramente divertente e longevo.
Il lato tecnico è migliorabile, ma si assesta comunque su livelli medi.
Forse, insieme a Zelda, è l’unico gioco che tutt’ora vale l’acquisto a prezzo a prezzo pieno. Aspettando FPS migliorati sotto queste pecche, Red Steel si difende comunque molto bene e fa intendere che questo genere potrà avere un buon seguito sulla nuova console Nintendo.
 
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