mercearies 2

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HFG
view post Posted on 1/7/2009, 12:17




Quando Mercenaries 2: World in Flames venne presentato alla stampa, il governo Venezuelano criticò il gioco di Electronic Arts denunciando come il titolo di Pandemic Studios fosse un elemento di propaganda statunitense volto a gettare basi di consenso per una futura invasione del Venezuela da parte degli USA. Queste dichiarazioni vanno naturalmente filtrate alla luce dello scarso feeling tra il governo di Chavez e quello dell'attuale presidente in carica alla casa bianca, Gorge Bush, ma dopo numerose ore trascorse a mettere a ferro e fuoco il Venezuela dobbiamo riconoscere che Mercenaries 2 non è effettivamente un titolo innocente. Ricordiamo inoltre che Pandemic Studios è autore di quel Full Spectrum Warrior (gioco pubblicato su PC, PlayStation 2 e Xbox ) originariamente pensato come simulazione bellica ad uso dell'esercito statunitense.
Il secondo capitolo della saga Mercenaries, primo ad approdare su piattaforme di attuale generazione, è denso di citazioni non troppo velate sullo scacchiere geopolitico odierno, e tale verosimiglianza nelle situazioni virtuali descritte mal si sposa con la leggerezza di fondo che lo pervade. Ci troviamo di fronte a una miscela mal gestita di elementi verosimili e di una superficialità che vorrebbe destituire di ogni valenza politica quanto rappresentato nel gioco, e il risultato è un gioco dallo scarso carisma.
In seguito a un colpo di stato ordito da un ricco finanziere, la polveriera del Venezuela si infiammerà, e la situazione assumerà i contorni di una crisi internazionale, anzi di più: uno scontro di ideologie e di civiltà. Tuttavia, chi spera di trovare dei contenuti approfonditi nel titolo di Pandemic Studios rimarrà deluso: Mercenaries 2 paga un'impostazione commerciale fin troppo stereotipata che permetterà sicuramente di realizzare discrete vendite ma che non arricchisce un genere potenzialmente gravido di evoluzioni quale quello dei free roaming. Il limite del gioco sta nel suo posizionarsi in un limbo tra un'ironia che non lascia il segno e una serietà che non convince. I presupposti per divertire e fornire al contempo contenuti (politici, geografici, sociologici) c'erano tutti, ma sono stati ignorati e sacrificati sull'altare di un approccio superficiale.

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1Uno dei veicoli sbloccabili della nostra PMC
2I combattimenti aerei richiedono un pizzico di tempismo per evitare i missili nemici
Dopo aver selezionato uno dei tre personaggi disponibili (differenti per capacità di recupero della salute, agilità e possibilità di portare determinati quantitativi di munizioni), potrete lanciare la prima missione che serve da tutorial. Vi ritroverete con un proiettile nel fondoschiena e il ludibrio dei nemici, ma...tutto inizia fra le risate dei nemici, tutto finirà fra le fiamme. Presto infatti sarete coinvolti in un conflitto di vaste proporzioni, con la necessità di barcamenarvi tra un orda di fazioni rapaci, desiderose di impadronirsi del petrolio di cui il Venezuela è ricco. Quanto a rapacità, tuttavia, noi non saremo secondi a nessuno...
Il nostro obiettivo è quello di costituire una PMC (Compagnia Militare Privata) sufficientemente attrezzata da consentirci di mettere con le spalle al muro chi non ha pagato quanto ci spettava. Per farlo dobbiamo procurarci denaro, munizioni, carburante e veicoli reperendoli dagli scenari o completando dei contratti con le vari fazioni con le quali ci troveremo ad operare di volta in volta. L'impostazione del gioco è quella classica degli sparatutto in terza persona a giocabilità aperta e come di consueto gli spostamenti, che permettono di esplorare in lungo e in largo il Venezuela a bordo di veicoli di terra, aria e acqua, costituiscono il fulcro dell'esperienza ludica. I paesaggi sono estremamente vari e ricostruiscono zone realmente esistenti del Venezuela; l'aspetto non è tecnicamente all'avanguardia ma il titolo conserva nonostante tutto una sua coerenza stilistica. Tuttavia, uno dei pregi fondamentali della creazione di Pandemic Studios è dato dalla soddisfazione viscerale di vedere crollare praticamente tutto quello che vi circonda. Di fatto potrebbe capitarvi, dopo qualche ora trascorsa con Mercenaries 2, di giocare con un titolo analogo e di chiedervi: ma perché questi edifici non crollano?

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La routine del mercenario comprende innumerevoli esplosioni
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Meglio allontanarsi alla svelta!
Mercenaries 2 è basato su dei valori sociali molto profondi, e ci offre una ragguardevole verità: i soldi comprano tutto. Finché abbiamo le tasche piene di dollari possiamo fare tutto quello che ci aggrada, incluso sterminare impunemente i civili (a dire il vero non sembrano comunque dotati di un forte istinto di sopravvivenza!) e ordinare raid aerei a piacimento. Manca un qualsiasi rudimento di responsabilizzazione delle azioni del giocatore; sarà indifferente quel che farete ai fini della trama o dei rapporti con le fazioni rivali, semplicemente dovrete pagare per le vite che mieterete o svolgere dei contratti per ristabilire rapporti cordiali con le fazioni desiderate.
Il pretesto del gioco, la vendetta sull'attuale dittatore del Venezuela, perderà presto mordente, così come i rapporti con le varie fazioni saranno banalizzati da uno scarso spessore narrativo che mostra chiaramente i limiti di un gioco basato quasi esclusivamente sulla spettacolarità delle esplosioni. L'unica molla che vi spingerà ad andare avanti sarà la possibilità di provare uno dei numerosi mezzi militari a vostra disposizione, e l'appagamento costante di uno degli istinti primordiali dell'animo umano: la distruzione.
Le missioni, per quanto essenzialmente di tre tipologie (distruzione di obiettivi, cattura di personaggi chiave o trasporto di mezzi o persone) offrono diversi possibili approcci, inclusa l'opportunità di mascherarvi da civili o da membri della fazione target utilizzando un loro veicolo. Questa caratteristica consente al giocatore di giungere senza resistenza fino all'obiettivo designato, ma sarà probabilmente scartata a priori da chi predilige un approccio più energico.
Naturalmente non si tratta di un gioco strategico, e risulta evidente l'impostazione arcade, ma tutte le scelte degli sviluppatori portano invariabilmente a una superficialità di fondo che risolve ogni possibile sviluppo nella maniera più semplice possibile. Qualche rapido esempio: invece di implementare un sistema di coperture, interessante ai fini del gameplay in un mondo completamente distruttibile, gli sviluppatori hanno preferito ovviare al problema aumentando a dismisura la resistenza del giocatore. Pensiamo inoltre all'assenza di sfumature nei rapporti della nostra PMC con le altre fazioni, e alla relativa semplicità con la quale potremo recuperare i rapporti con i nemici senza sviluppo alcuno, di norma, sugli esiti della trama
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Una buggy, l'ideale su terreni sconnessi
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Mercenaries 2: World in Flames è pieno di difetti di realizzazione. Il titolo di questo paragrafo non è un' improbabile reminiscenza poetica, ma una constatazione: nel gioco non è stata implementata l'alternanza tra giorno e notte. Abbiamo oramai una certa dimestichezza con titoli analoghi, di cui conosciamo limiti e pregi, ma in questo caso la sensazione ricorrente è quella di un titolo cui avrebbe giovato un' ulteriore opera di rifinitura. I presupposti per creare un' interessante esperienza di gioco ci sono tutti, ma sono letteralmente affogati nel mare di omissioni, imprecisioni e superficialità che permeano il titolo. Oltre a una IA talvolta imbarazzante, un marcato effetto pop-up, numerosi glitch grafici, un persistente aliasing, è la caratterizzazione degli NPC e quella dei personaggi principali a lasciare interdetti. Stereotipi di bassa caratura ripetuti fino alla nausea, battute solo raramente brillanti e un doppiaggio che talvolta rasenta i minimi storici della decenza. Non si mette in dubbio che il titolo risulti godibile, ma la somma di tutte queste imperfezioni alla lunga mina il giudizio finale.
Eppure Mercenaries 2 non è un fallimento dal punto di vista tecnico. Sebbene concettualmente ancorato alla scorsa generazione risulta fluido, vasto, a momenti gradevole alla vista. Notevole la varietà di paesaggi, come numerose sono le varianti offerte al nostro girovagare; vasto l'arsenale a nostra disposizione, dalle pistole alla bomba nucleare. Degna di nota, come accennato in precedenza, la distruttibilità degli ambienti e la realizzazione delle esplosioni, che causano solo sporadicamente qualche rallentamento, in seguito ai crolli più spettacolari. Non mancano infine alcune intuizioni interessanti, quali i Quick Time Event di difficoltà crescente a seconda del veicolo di cui vogliamo impadronirci.
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Alcuni simboli indicano su schermo obiettivi e principali minacce
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Numerose le imbarcazioni presenti nel gioco
I difetti elencati nel corso della recensione non devono trarre in inganno su un aspetto fondamentale del titolo di Pandemic Studios: giocare a Mercenaries 2: World in Flames è divertente. In misura ancora maggiore lo si può affermare dopo diverse ore trascorse a mettere a ferro e fuoco le fazioni di turno nella modalità cooperativa online. I server di Electronic Arts si dimostrano generalmente stabili, con limitati fenomeni di lag, e l'ausilio di un altro giocatore rende più agevole il successo nelle missioni più delicate. Due giocatori possono infatti operare in maniera sinergica e coordinare gli attacchi, a patto di rimanere in prossimità l'uno dell'altro e di aiutarsi vicendevolmente in caso di "perdita di coscienza" del compagno.
Per portare a termine la trama principale saranno necessarie circa 15-20 ore di gioco, ma la longevità è garantita dall'elevato numero di missioni secondarie e di bonus sbloccabili dopo aver rintracciato un numero sufficiente di pezzi di ricambio sparsi negli scenari.
In ultima analisi, se si è disposti a chiudere un occhio su numerose imperfezioni, e a patto che non si cerchi un titolo profondo, Mercenaries 2: World in Flames potrebbe costituire una valida alternativa per tutti gli appassionati di titoli free roaming con un debole per le macerie!

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Mattias, uno dei tre mercenari selezionabili
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I danni collaterali potrebbero costare un bel po' di quattrini

 
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